STANZA DELLE FATICHE DI ERCOLE

Le decorazioni nella stanza sono distribuite all'interno di una volta a padiglione: una porzione centrale e altre quattro nelle vele scandiscono gli spazi alternati da motivi decorativi. Si riconoscono: la prima delle fatiche "Ercole e il leone di Nemea" la belva terribile dalla pelle invulnerabile; la seconda impresa "Ercole e l'Idra di Lerna" il serpente mitologico a più teste di cui una sola immortale; l'ultima fatica "Ercole e il toro di Creta" spirante fuoco dalle narici; l'incontro con il "Centauro Nesso" che a terra tenta di difendersi da Ercole. Nei riquadri laterali, figure umane tra strutture architettoniche ed elementi paesaggistici.

STANZA DEGLI AMORI DI GIOVE

Nelle pitture vengono illustrati cinque tra gli amori di Giove, collocati in altrettanti riquadri della volta, dei quali uno centrale (il rapimento di Europa, che si era incautamente seduta sul dorso di un mansueto toro bianco); gli altri quattro ai lati (l'unione tra Leda e il Cigno, sotto le cui spoglie si cela Giove; Giove e Semele, amore che avrebbe scatenato l'ira di Giunone; Danae, che il mito racconta rinchiusa in una torre e la pioggia d'oro in cui Giove si era trasformato per sedurla; la trasformazione di Io, trasformata in giovenca da Giove per celarla alla consorte), intervallati con grottesche e caratterizzati agli angoli dalle divinità amate da Giove (Venere, Diana, Minerva e Giunone), che il pittore ritrae appunto già trasformato e secondo la cronologia narrata da Ovidio.

IL CAMERINO DI NARCISO

Nel camerino di Narciso, secondo il mito giovane e bellissimo cacciatore, la cui vicenda viene illustrata tra riquadri rettangolari con volti di puttini alati, il monte a sei punte dello stemma Cesi, e tondi con coppie di telamoni, si presentano gli altri tre giovani che, assieme al Principe Federico Cesi (che si era già manifestato ai visitatori nelle stanze precedenti) fondarono l'Accademia dei Lincei: Francesco Stelluti, conte di Fabriano cultore di studi matematici e naturalistici; Anastasio de Filiis, giovane ternano dal forte interesse per l'astronomia e dalla grande capacità di costruire congegni meccanici; Johannes van Heeck, umanista e scienziato in ambito naturalistico, cattolico, in fuga dalla persecuzioni calviniste nei Paesi Bassi che in viaggio in Europa si dedicò alla propaganda a favore dell'Accademia.

STANZA DI ORFEO E EURIDICE

Viene narrata, in cinque distinti riquadri dipinti sulla volta, sempre in base alle parole di Ovidio, la storia di Orfeo, figlio di Apollo e della musa Calliope, considerato poeta e cantore per eccellenza, e della bella ninfa figlia di Nereo e Doride. Tra i diversi motivi e le grottesche delle pitture, si possono individuare separatamente gli elementi araldici che compongono lo stemma della famiglia Cesi.

STANZA DI ADONE

Viene raffigurata la storia d'amore tra Venere e Adone sempre all'interno di riquadri a loro volta circoscritti da motivi con grottesche, stemmi, ghirlande e figure mitologiche. E' probabile che gli affreschi furono realizzati per celebrare il matrimonio tra Federico Cesi I e Olimpia Orsini, vista la presenza dello stemma Cesi-Orsini sopra due dei quattro riquadri. Al centro della stanza l'apoteosi di Venere; negli altri riquadri: Venere e Adone, quest'ultimo con una lunga lancia, camminando si tengono per mano; la morte di Adone, che giace sulle gambe di Venere; dal sangue di Adone spuntano fiori rossi che Venere fa nascere per il dolore della morte del suo amato; la morte di Federico Cesi, ipotesi dovuta alla differente tavolozza cromatica rispetto al resto degli affreschi.

STANZA DI CALLISTO

Un grande ambiente rettangolare, affrescato sull'ampia volta a botte con motivi e grottesche che raccontano la storia di Callisto, la casta ninfa al seguito di Diana. Altre figure allegoriche disposte nelle due lunette. Al centro della volta il momento in cui Diana tiene tra le mani una freccia che con la punta indica Callisto che mostra la sua gravidanza dopo essere stata sedotta da Giove che la inganna assumendo le sembianze di Diana stessa. Nelle altre pitture: Giunone, sposa di Giove, per vendetta trasforma Callisto in orsa; Arcade, figlio di Callisto, viene raffigurato con costume seicentesco durante una battuta di caccia in cui incontra un'orsa, la stessa Callisto; Giove trasforma entrambi in due costellazioni (Orsa maggiore e Orsa minore), per evitare che Callisto, ignaro che l'orsa incontrata fosse la madre, la uccidesse.