ACQUASPARTA

Posta su un colle lungo la valle del torrente Naia, Acquasparta è rinomata fin dall'epoca romana per le sue acque sorgive e termali, ricordate anche nel toponimo "aquas partas". Nel Medioevo Acquasparta venne annessa alle "Terre Arnolfe", possedimenti del Conte Arnolfo (fedele all'imperato­re Ottone I di Sassonia). La città sorse intorno al X sec. ma notizie certe si hanno a partire dal 1002. Per lungo tempo sotto la giurisdizione di Todi, nel 1489 fu dichia­rata "terra libera". Tra il 1500 e il 1600, la famiglia Cesi acquistò il possedimento da Pier Luigi Farnese e av­viò un intervento di ridefinizione urbanistica. Nel 1588, Acquasparta venne elevata da feudo a Ducato da Papa Sisto V. Acquasparta è un pittoresco borgo medievale che conserva ancora intatto il suo fascino storico. Una delle attrazioni principali di Acquasparta è il Palazzo Cesi, un magnifico edificio rinascimentale costruito nel XVI secolo. Questo palazzo imponente, con la sua facciata elegante e i suoi giardini all'italiana, è considerato uno dei più importanti esempi di architettura rinascimentale in Umbria.

PALAZZO CESI

Cinquecentesca dimora, sede nei primi anni del XVII sec. dell'attività scientifica del Principe dei Lincei, Federico Cesi, e della prima Accademia dei Lincei. Tra i feudi e le proprietà che la nobile famiglia acquisì, la residenza di Acquasparta è la più illustre e importante. La costruzione iniziò nel 1564, inglobando la precedente rocca medievale, e terminò nel 1579. Nel 1588 il palazzo divenne sede del Ducato di Acquasparta. Le splendide decorazioni degli interni furono realizzate tra il 1579 e il 1624. La ricchezza e la qualità delle decorazioni, con l'intreccio di mitologia e allegoria, di storia romana e di emblemi dei soffitti, sono da considerarsi uno dei maggiori esempi della pittura di gusto romano in Umbria.

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Perla del Rinascimento, Palazzo Cesi di Acquasparta, è uno di quei rari esempi in cui in un borgo di provincia, è possibile trovare e scoprire le basi della storia della nostra cultura. All'interno del paese, infatti, affacciato sulla piazza principale, sorge in tutta la sua severa bellezza, Palazzo Cesi, di proprietà della famiglia Cesi, il cui maggior esponente fu Federico Cesi detto Il Linceo, nonché fondatore della prima e più duratura accademia scientifica al mondo: l'Accademia dei Lincei.

Acquasparta, da sempre, ha visto nel Palazzo il simbolo della sua grandezza, identificandolo con un periodo storico in cui le sue strade erano invase dai più importanti studiosi e scienziati della nazione, quando, il grande Galileo Galilei, sperimentò alcune delle sue più importanti invenzioni nelle sale di quel Palazzo a cui, oggi, guardano tutti con ammirazione e riverenza.

Il palazzo fu costruito su una rocca fortificata distrutta nelle guerre tra Acquasparta, Todi, Spoleto e Terni. Inizialmente il feudo era di proprietà della famiglia Farnese, che poi lo cedette a Giangiacomo Cesi nel 1540. Da quel momento, il borgo e le aree circostanti diventarono "domus cesiana", con l'obiettivo di costruire un sontuoso palazzo. Il progetto originale fu affidato a Guido Guidetti, che morì nel 1564. Successivamente, il progetto fu completato da Giandomenico Bianchi.

Il Palazzo Cesi ad Acquasparta presenta una facciata piuttosto severa, divisa in due ordini da semplici marcapiani. Il portale centrale è animato da un arco a bugne molto rilevate che sostengono il balcone e la finestra, dal timpano spezzato ed ornato di protomi di animali.

La costruzione di Palazzo Cesi ad Acquasparta fu completata intorno al 1579 ed in qualche modo inaugurato dai festeggiamenti per il matrimonio tra Federico I – figlio di Angelo Cesi e Beatrice Caetani -, con Olimpia Orsini, genitori del futuro Principe dei Lincei.

Nel porticato, così come nell'androne d'ingresso del Palazzo, venivano conservati alcuni pezzi provenienti da Carsulae, sito archeologico poco distante da Acquasparta e allora facente parte del feudo Cesiano.

Due torri d'avvistamento laterali furono incorporate nel design del palazzo, aggiungendo un certo dinamismo. L'interno del palazzo è arricchito da una varietà di affreschi e un soffitto a cassettoni che decora l'intero piano nobile, facendo da sfondo a tutto il ciclo di affreschi presente.

Non è un caso che nella prima stanza a sinistra dell'ingresso del Palazzo, siano state scelte come raffigurazioni le "Fatiche di Ercole" poiché i Cesi lo ritenevano progenitore della stirpe. Nel piano superiore, detto anche piano nobile, ci si ispira invece a Plutarco e alle sue "Vite dei Cesari", poiché il piano superiore, piano di rappresentanza, doveva celebrare la grandezza e l'importanza della famiglia.

 

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